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Ceresoli, il portiere che sfidava il destino

In un tempo in cui il calcio era una poesia di polvere e sudore quasi a costo zero, tra i ruggiti degli stadi e i sogni di un’Italia che cercava eroi, nacque la leggenda di Carlo Ceresoli, il portiere dal cuore indomito.
Questa è la seconda puntata di “Nostalgiarossoblu“, il format dedicato al Bologna del passato a cura de “La Mente Nostalgica“
Non aveva la statura imponente di un gigante né l’aria sprezzante dei campioni predestinati. Ma i suoi guanti custodivano un segreto: la grazia di un uomo che sapeva trasformare ogni parata in un atto d’amore per la sua squadra, per il pubblico, per il gioco stesso.
La sua carriera fu un intreccio di gioie e ferite. Nel 1934 il destino sembrò voltargli le spalle: un infortunio lo tenne lontano dai mondiali vinti dall’Italia di Pozzo. Molti avrebbero piegato la testa, rassegnati a guardare da spettatori la gloria altrui. Non lui.
Ceresoli trovò nella delusione la forza di rinascere, e due anni dopo, in Spagna, scrisse una delle pagine più romantiche della sua vita: le parate epiche nella battaglia di Highbury e poi, soprattutto, il rigore neutralizzato a Eric Brook contro l’Inghilterra, un gesto che lo consegnò alla memoria del calcio come simbolo di coraggio e bellezza.
la carriera al Bologna: rinascita in rossoblù
Quando, nell’estate del 1936, Arpad Weisz convinse Carlo Ceresoli a lasciare l’Ambrosiana-Inter e approdare al Bologna, fece molto più che un semplice acquisto: offrì a un portiere sfortunato la possibilità di rinascere. Con parole che sembrano preghiere: «Non può essere finito… se vieni con me al Bologna, dimostreremo insieme che sbagli» E Ceresoli si lasciò convincere.
Tre stagioni, due Scudetti
Tra il 1936 e il 1939, Ceresoli diventa un pilastro della rosa rossoblù, disputando 81 partite con il Bologna . Era il numero 1 di una squadra che, grazie anche ai suoi interventi, vinse due campionati di Serie A (1936-37 e 1938-39) e trionfò nel Torneo dell’Esposizione di Parigi del 1937
Le stagioni in dettaglio (Secondo CarriereCalciatori.it):
Anno | Squadra | Campionato | Presenze |
---|---|---|---|
1936-37 | Bologna | Serie A | 27 |
1937-38 | Bologna | Serie A | 26 |
1938-39 | Bologna | Serie A | 19 |
In totale, 72 presenze in Serie A con la maglia rossoblù. Altri dati confermano una cifra complessiva di circa 70 partite disputate nel periodo. Non ci sono ufficialità.
La nuova vita
Numeri talvolta freddi, ma capaci di raccontare un’epopea romantica: un uomo che, ferito dal destino (due infortuni che lo escludono dai Mondiali del 1934 e 1938), trova a Bologna uno spazio per rifiorire. Per Weisz, fu un atto di profonda fiducia; per Ceresoli, una rinascita vera e propria, una vera nuova vita.
Quando saliva tra i pali del Dall’Ara, non tratteneva soltanto il pallone: tratteneva i sogni di una città che lo accolse come un eroe. Ogni parata – silenziosa, potente, dignitosa – era un gesto d’amore per i compagni, per la curva che cantava e per quella maglia rossoblù che gli restituiva la sua dignità.
Tabellino
81 presenze complessive con il Bologna Bolognafc
Due Scudetti (1936-37, 1938-39) e il successo parigino del 1937
72 partite in Serie A (27 + 26 + 19) distribuite nelle tre stagioni con i rossoblù
Carlo Ceresoli al Bologna non è solo una storia di statistiche, ma un romanzo sportivo scritto tra sogni, resurrezione e coppe.
È la testimonianza che, anche quando il destino sembra aver voltato pagina, la passione può ricamare un finale diverso, più grande, più degno.
Il parere dell'esperto
L’importanza di essere in Europa per Bologna

Per Bologna città è importante che la squadra rosso-blu sia all’interno di una o più manifestazioni internazionali
Il primo a trarne dei benefici è il brand Bologna, che può finalmente dimostrare al mondo intero la sua bellezza. grazie alle migliaia di tifosi esteri che arirvano in città per le partite e che ne approfittano per rimanerci diversi giorni.
Il secondo beneficio arriva dalle trasferte. L’indigeno felsineo vive la trasferta da vero e proprio viaggiatore, cercando di assaporare quello che la location ti offre. Va allo stadio, ma visita anche i musei, i monumenti, i locali. E fa conoscenza con la gente del territorio. E la vive in maniera comunitaria, con figli parenti ed amici. Bologna esce vincitore da queste esperienze europee; magari meno sul campo ma sicuramente sul piano della civiltà e della cultura.
Un appello alle istituzioni locali : sostenete in qualche modo i mille, duemila, tremila supporter da viaggio. Loro sono i migliori ambasciatori di una bella città, piu’ importanto di uno stand in Fiera o di un video promozionale.
Bologna Caput Mundi
Il parere dell'esperto
Ma che partita sto guardando ? Il calcio sta cambiando

Il calcio sta cambiando al punto che non si capiesce più che partita si stia guardando.
Ricordo l’eccitazione quando le squadre di club introdussero la numerazione personale, abbandonando il vecchio schema dall’1 all’11, o quando sulle maglie comparvero i nomi dei giocatori sul modello americano. Mi emozionai persino per la regola che proibiva ai portieri di prendere con le mani i retro-passaggi: sembrava davvero di entrare in una nuova era del gioco.
Eppure, questo nuovo trend delle maglie “a caso” mi sta mettendo a dura prova. Guardare una partita oggi significa spesso non capire più chi stia giocando; i colori cambiano continuamente, con terze, quarte e quinte divise che sembrano uscite da un catalogo di moda più che da una storia calcistica. Devo affidarmi al tabellone televisivo che segnala il punteggio e i colori in campo, altrimenti rischierei di confondere un Bologna-Juventus per un Lazio-Palermo o la terza maglia dell’Inter per una lattina di Fanta e così via per tutte le squadre.
Il calcio europeo e quello italiano sono sempre stati contraddistinti dall’attaccamento ai colori, dell’amore per una maglia, dell’affezione a un simbolo. E soprattutto per i bambini, quella maglia era un punto fermo nella memoria, una bandiera. Non possiamo non emozionarci davanti alle quattro bande rossoblù verticali indossate da Bulgarelli, Savoldi, Baggio o Signori.
Forse i bambini di oggi, tra quarant’anni, si commuoveranno vedendo una maglia nera di Zirkzee o quella acquamarina di Orsolini.
Magari è giusto così, il tempo cambia e con esso cambiano i simboli. Ma la domanda resta: sono io che sto invecchiando… o davvero non so più che partita sto guardando?
Il parere dell'esperto
Bologna-Pisa arbitra Abisso

La partita Bologna – Pisa sarà arbitrata da Rosario Abisso di Palermo, 39 anni.
Il Bologna ritrova contro il Pisa un arbitro controverso che alterna giornate positive ad altre negative.
Pur essendo da molto tempo in C.A.N. Serie A e B, è poco riconosciuto dai vertivi aribtrali.
Abisso è un imprenditore nel ramo dei mobili; ha cominciato ad arbitrare tra i professionisti nel 2011 accedendo alla CAN PRO.

VINCENZO ITALIANO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
L’anno 2015 segna il suo esordio assoluto in A, quando venne designato per Chievo-Torino.
E’ un aribtro abituato a fischiare poco ed è uno dei più richiamati alla Var nell’ultimo campionato.
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