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Vecchio o nuovo Dall’Ara: futuro del Bologna

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Lo stadio Dall’Ara, casa dei tifosi rossoblù da oltre 90 anni. 

Lo stadio di Bologna, inaugurato nel 1927 come Stadio Littoriale e poi chiamato Stadio Comunale, dal 1984 porta il nome di Renato Dall’Ara, storico presidente del club. Situato a circa 3,5 km dal centro, è noto per l’eccellente qualità del campo da gioco, tra i migliori d’Europa per drenaggio e compattezza dell’erba.

Iniziai a frequentare il Dall’Ara con mio padre nei primi anni ’70. È difficile dimenticare le gesta di Bulgarelli, Savoldi, Roversi, Bellugi e tanti altri.

Da allora sono passati cinquant’anni e ogni volta che rientro in quello stadio è come tornare a casa, come camminare in Piazza Maggiore o in Piazza Santo Stefano: un cordone ombelicale che lega ricordi, emozioni e storie di vita.

Ma cinquant’anni pesano, e le esigenze del calcio moderno sono completamente diverse. La proprietà attuale ha già investito molto e vuole continuare a farlo: è responsabilità di tutti, a partire dall’amministrazione comunale qualora possibile, dare al club la possibilità di costruire una nuova arena di proprietà.

Nuovo Dall’Ara

I soldi risparmiati dal restyling del Dall’Ara potrebbero finanziare una riconversione dello stadio attuale ad altre attività: concerti, sport minori, calcio femminile e giovanile, football americano, rugby, o persino spazi commerciali e immobiliari, come accade allo stadio dell’Arsenal a Londra o tanti altri esempi in giro per il mondo.

Un nuovo impianto offrirebbe al Bologna introiti mai raggiungibili con la revisione dello stadio attuale per struttura e collocazione: aree corporate, spazi per eventi, parcheggi, attività commerciali. In altre parole, la possibilità di capitalizzare il club garantendogli un futuro di alto livello, in linea con quello che avviene anche in Paesi che, erroneamente, riteniamo più arretrati.

La memoria rimarrà al Dall’Ara, ma il futuro deve guardare avanti.

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Il parere dell'esperto

L’importanza di essere in Europa per Bologna

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Per Bologna città è importante che la squadra rosso-blu sia all’interno di una o più manifestazioni internazionali

Il primo a trarne dei benefici è il brand Bologna, che può finalmente dimostrare al mondo intero la sua bellezza. grazie alle migliaia di tifosi esteri che arirvano in città per le partite e che ne approfittano per rimanerci diversi giorni.

Il secondo beneficio arriva dalle trasferte. L’indigeno felsineo vive la trasferta da vero e proprio viaggiatore, cercando di assaporare quello che la location ti offre. Va allo stadio, ma visita anche i musei, i monumenti, i locali. E fa conoscenza con la gente del territorio. E la vive in maniera comunitaria, con figli parenti ed amici. Bologna esce vincitore da queste esperienze europee; magari meno sul campo ma sicuramente sul piano della civiltà e della cultura.

Un appello alle istituzioni locali : sostenete in qualche modo i mille, duemila, tremila supporter da viaggio. Loro sono i migliori ambasciatori di una bella città, piu’ importanto di uno stand in Fiera o di un video promozionale.

Bologna Caput Mundi

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Il parere dell'esperto

Ma che partita sto guardando ? Il calcio sta cambiando

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Il calcio sta cambiando al punto che non si capiesce più che partita si stia guardando.

Ricordo l’eccitazione quando le squadre di club introdussero la numerazione personale, abbandonando il vecchio schema dall’1 all’11, o quando sulle maglie comparvero i nomi dei giocatori sul modello americano. Mi emozionai persino per la regola che proibiva ai portieri di prendere con le mani i retro-passaggi: sembrava davvero di entrare in una nuova era del gioco.

Eppure, questo nuovo trend delle maglie “a caso” mi sta mettendo a dura prova. Guardare una partita oggi significa spesso non capire più chi stia giocando; i colori cambiano continuamente, con terze, quarte e quinte divise che sembrano uscite da un catalogo di moda più che da una storia calcistica. Devo affidarmi al tabellone televisivo che segnala il punteggio e i colori in campo, altrimenti rischierei di confondere un Bologna-Juventus per un Lazio-Palermo o la terza maglia dell’Inter per una lattina di Fanta e così via per tutte le squadre.

Il calcio europeo e quello italiano sono sempre stati contraddistinti dall’attaccamento ai colori, dell’amore per una maglia, dell’affezione a un simbolo. E soprattutto per i bambini, quella maglia era un punto fermo nella memoria, una bandiera. Non possiamo non emozionarci davanti alle quattro bande rossoblù verticali indossate da Bulgarelli, Savoldi, Baggio o Signori.

Forse i bambini di oggi, tra quarant’anni, si commuoveranno vedendo una maglia nera di Zirkzee o quella acquamarina di Orsolini.

Magari è giusto così, il tempo cambia e con esso cambiano i simboli. Ma la domanda resta: sono io che sto invecchiando… o davvero non so più che partita sto guardando?

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Il parere dell'esperto

Bologna-Pisa arbitra Abisso

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La partita Bologna – Pisa sarà arbitrata da Rosario Abisso di Palermo, 39 anni.

Il Bologna ritrova contro il Pisa un arbitro controverso che alterna giornate positive ad altre negative.

Pur essendo da molto tempo in C.A.N. Serie A e B, è poco riconosciuto dai vertivi aribtrali.
Abisso è un imprenditore nel ramo dei mobili; ha cominciato ad arbitrare tra i professionisti nel 2011 accedendo alla CAN PRO.

bologna italiano

VINCENZO ITALIANO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )

L’anno 2015 segna il suo esordio assoluto in A, quando venne designato per Chievo-Torino.

E’ un aribtro abituato a fischiare poco ed è uno dei più richiamati alla Var nell’ultimo campionato.

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