Il parere dell'esperto
Ma che partita sto guardando ? Il calcio sta cambiando

Il calcio sta cambiando al punto che non si capiesce più che partita si stia guardando.
Ricordo l’eccitazione quando le squadre di club introdussero la numerazione personale, abbandonando il vecchio schema dall’1 all’11, o quando sulle maglie comparvero i nomi dei giocatori sul modello americano. Mi emozionai persino per la regola che proibiva ai portieri di prendere con le mani i retro-passaggi: sembrava davvero di entrare in una nuova era del gioco.
Eppure, questo nuovo trend delle maglie “a caso” mi sta mettendo a dura prova. Guardare una partita oggi significa spesso non capire più chi stia giocando; i colori cambiano continuamente, con terze, quarte e quinte divise che sembrano uscite da un catalogo di moda più che da una storia calcistica. Devo affidarmi al tabellone televisivo che segnala il punteggio e i colori in campo, altrimenti rischierei di confondere un Bologna-Juventus per un Lazio-Palermo o la terza maglia dell’Inter per una lattina di Fanta e così via per tutte le squadre.
Il calcio europeo e quello italiano sono sempre stati contraddistinti dall’attaccamento ai colori, dell’amore per una maglia, dell’affezione a un simbolo. E soprattutto per i bambini, quella maglia era un punto fermo nella memoria, una bandiera. Non possiamo non emozionarci davanti alle quattro bande rossoblù verticali indossate da Bulgarelli, Savoldi, Baggio o Signori.
Forse i bambini di oggi, tra quarant’anni, si commuoveranno vedendo una maglia nera di Zirkzee o quella acquamarina di Orsolini.
Magari è giusto così, il tempo cambia e con esso cambiano i simboli. Ma la domanda resta: sono io che sto invecchiando… o davvero non so più che partita sto guardando?
Il parere dell'esperto
L’importanza di essere in Europa per Bologna

Per Bologna città è importante che la squadra rosso-blu sia all’interno di una o più manifestazioni internazionali
Il primo a trarne dei benefici è il brand Bologna, che può finalmente dimostrare al mondo intero la sua bellezza. grazie alle migliaia di tifosi esteri che arirvano in città per le partite e che ne approfittano per rimanerci diversi giorni.
Il secondo beneficio arriva dalle trasferte. L’indigeno felsineo vive la trasferta da vero e proprio viaggiatore, cercando di assaporare quello che la location ti offre. Va allo stadio, ma visita anche i musei, i monumenti, i locali. E fa conoscenza con la gente del territorio. E la vive in maniera comunitaria, con figli parenti ed amici. Bologna esce vincitore da queste esperienze europee; magari meno sul campo ma sicuramente sul piano della civiltà e della cultura.
Un appello alle istituzioni locali : sostenete in qualche modo i mille, duemila, tremila supporter da viaggio. Loro sono i migliori ambasciatori di una bella città, piu’ importanto di uno stand in Fiera o di un video promozionale.
Bologna Caput Mundi
Il parere dell'esperto
Bologna-Pisa arbitra Abisso

La partita Bologna – Pisa sarà arbitrata da Rosario Abisso di Palermo, 39 anni.
Il Bologna ritrova contro il Pisa un arbitro controverso che alterna giornate positive ad altre negative.
Pur essendo da molto tempo in C.A.N. Serie A e B, è poco riconosciuto dai vertivi aribtrali.
Abisso è un imprenditore nel ramo dei mobili; ha cominciato ad arbitrare tra i professionisti nel 2011 accedendo alla CAN PRO.

VINCENZO ITALIANO ( FOTO DI SALVATORE FORNELLI )
L’anno 2015 segna il suo esordio assoluto in A, quando venne designato per Chievo-Torino.
E’ un aribtro abituato a fischiare poco ed è uno dei più richiamati alla Var nell’ultimo campionato.
Il parere dell'esperto
Tutti al mare a mostrare le … chiare!

Lo stabilimento di Via del Mare ha evidenziato tutte le smagliature del “corpo” BFC nel suo insieme.
Il risultato del match è sicuramente quello più equo, anche alla luce del grande impegno dei salentini, alla disperata ricerca di un risultato positivo dopo quattro sconfitte.
L’elemento che preoccupa maggiormente a mio parere non è la stanchezza fisica che, a settembre, non credo sia un tema, bensì la mancanza di concentrazione che genera sia in fase d’attacco che in fase difensiva innumerevoli errori.
In fase offensiva la squadra si trova spesso in posizione di fuorigioco e questo, oltre a rompere il ritmo di gioco, vanifica numerose azioni offensive. Dal punto di vista difensivo o, comunque di smistamento del pallone, assistiamo a disimpegni da brividi, talvolta salvati da uno Skorupski sempre attento, talvolta dall’imprecisione degli avversari.
Il benchmark è sicuramente quello di fine settembre dello scorso anno per cui l’ottimismo è d’ordine tuttavia una certa preoccupazione può lecitamente emergere in quanto, forse, ci si sarebbe aspettato un avvio più veloce. A questo si aggiunge la sensazione che alcuni giocatori non abbiano ancora trovato la giusta intesa, e che la manovra risulti talvolta prevedibile. È chiaro che i margini di crescita ci sono, ma serve maggiore lucidità nei momenti chiave del match.
Detto ciò, se lo scorso anno il Bologna aveva sorpreso tutti per la capacità di rialzarsi dopo le prime incertezze, oggi deve dimostrare di saper fare lo stesso. L’avvio non è stato esaltante, ma il campionato è lungo e le qualità non mancano: servirà soltanto quel pizzico di cattiveria in più che al Via del Mare, a tratti, è sembrata smarrita.
E chissà che, parafrasando Gabriella Ferri con il suo celebre motivetto del 1970, non ci venga voglia di canticchiare “Tutti al mare, a mostrare le… chiare”. Stavolta, però, non per distrarci dal campionato, ma per ricordarci che la leggerezza, ogni tanto, aiuta a guardare avanti con più fiducia.
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